Il controllo della qualità dell’aria è diventato indispensabile in quasi tutti i Comuni con alta densità di popolazione e il PM10 sta facendo molto parlare di sé. Ma cos’è il PM10?
Con questo termine l’Unione Europea attraverso la norma UNI EN12341:2014, identifica un tipo particolare di polveri fini, ovvero particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo, dalle dimensioni di 10 micron, che possono essere di natura organica o inorganica e presentarsi allo stato solido o liquido. Questi nano-elementi sono capaci di assorbire sulla loro superficie diverse sostanze con proprietà tossiche quali solfati, nitrati, metalli e composti volatili.
In linea di principio, se il numero utilizzato per indicare le polveri sottili è basso, queste saranno da considerarsi più pericolose per la salute umana. Con PM2.5, infatti, ci si riferisce a particelle aventi dimensioni minori o uguali a 2,5 micron; quindi, mentre le PM10 raggiungono solo i bronchi, la trachea e vie respiratorie superiori, il PM2.5 è in grado di penetrare negli alveoli polmonari con eventuale diffusione nel sangue, quindi sono ritenute ancora più pericolose delle prime.
Selea ha integrato un sensore di polveri sottili alle proprie telecamere di lettura targhe, con lo scopo di consentire alla Pubblica Amministrazione, di tenere sotto controllo, oltre al traffico, anche i livelli di inquinamento atmosferico.